Roberto Mantovanelli firma il bilancio di Acque Veronesi, l’ultimo per l’attuale Consiglio di amministrazione. E ai suoi azionisti – i 77 sindaci del territorio – presenta non soltanto una rendicontazione economica particolarmente brillante, ma anche la consapevolezza di aver intercettato al meglio tutte le risorse disponibili.
Dai fondi per l’emergenza Vaia a quelli del PNRR, Acque Veronesi è riuscita a mettere a terra investimenti pesanti : 130 milioni negli ultimi tre anni con la previsione di investirne altri 300 nei prossimi sei esercizi. Un risultato non da poco che ha portato Roberto Mantovanelli alla vicepresidenza dell’Associazione che raccoglie i gestori europei delle acque pubbliche (che per la prima volta ha tenuto una propria assemblea a Verona) ed alla presidenza di Sogesid, la società di progettazione la società in-house del ministero dell’Ambiente e di quello della Infrastrutture.
Il tutto mantenendo una tariffa sostenibile, tra le più basse sia a livello regionale che nazionale. I 47,2 milioni di euro investiti nell’esercizio 2023 rappresentano il nuovo record (superato di oltre il 10% il precedente, 43 milioni, ottenuto nel 2019) s, soprattutto, sono stati spalmati su tutto il territorio servito risolvendo emergenze croniche (ad esempio l’allagamento di Porta Borsari a Verona) ma anche favorendo l’upgrade di strutture vitali (acquedotti, depuratori, rete fognarie) in tantissimi Comuni.
Le politiche di risparmio sui costi gestionali hanno contribuito in modo significativo al raggiungimento di un altro dato record: quello dell’utile d’esercizio, di 2,9 milioni di euro. Somma che, come in passato, sarà anche quest’anno interamente destinata a nuovi investimenti, a conferma che quanto versato dai cittadini per la tariffa concorre a realizzare infrastrutture che nel tempo generano valore sul territorio e fungono da volano per l’economia locale.
In crescita anche il margine operativo lordo (passato da 21 a 23 milioni di euro). Numeri che delineano il profilo di una società sana, attiva e in ottima salute. Una credibilità, operativa oltre che economico e finanziaria, che ha permesso ad Acque Veronesi di intercettare finanziamenti per portare sul territorio infrastrutture idriche sempre più innovative e sempre più strategiche in chiave futura, facendolo senza pesare sulla tariffa.
Acque Veronesi, 33 milioni dal PNRR
Significativi sono infatti i risultati ottenuti sul fronte PNRR dove agli oltre 33 milioni di euro già ottenuti (dorsale idrica Belfiore-Verona Est, essicatore fanghi al depuratore di Verona e potenziamento del depuratore di Bussolengo) potrebbe aggiungersi a brevissimo un quarto finanziamento del valore di circa 20 milioni di euro per la digitalizzazione delle reti acquedottistiche, che permetterà di efficientare ulteriormente i sistemi e ridurre finalmente in maniera sensibile anche le perdite idriche. Significativa anche la diminuzione di quasi 7 milioni di euro del debito bancario e verso altri finanziatori.
Significativi nella gestione Mantovanelli anche l’acquisto della nuova sede operativa di Acque Veronesi – andrà con uffici, laboratori e strutture tecniche nell’ex sede Unicredit di San Michele Extra risolvendo gli attuali problemi logistici – e lo sviluppo di una nuova “finanza di progetto” grazie all’emissione degli “hydro-bond” assieme al consorzio ViverAcque, emissioni obbligazionarie che permettono di operare velocemente superando i limiti ed i tempi della finanza pubblica.
Risultati ottenuti, ha sottolineato Roberto Mantovanelli in una nota, grazie al clima di collabprazione e fiducia che si è costruito con CDA, Collegio sindacale, la struttura di Acque Veronesi e i sindaci del territorio .