Santa Margherita: l’overstock nel mercato USA e il costo del debito per le famiglie statunitensi hanno “limato” i conti delle cantine italiane, ma in questo contesto non semplice il Gruppo Vinicolo ha dimostrato una grande capacità di resilienza dopo gli ultimi due anni di crescita tumultuosa.
A fronte, infatti, di una pesante contrazione del mercato americano – il principale per il gruppo di Fossalta di Portogruaro (VE) – (meno 11% a valore e meno 11,4% per i vini italiani. Fonte:UIV-Nomisma), Santa Margherita ha chiuso l’esercizio 2023 con vendite complessive per 255 milioni di €, due punti percentuali in meno rispetto al 2022 che, però, aveva registrato un più 18.2% sul 2021.
Il Margine operativo lordo ha superato gli 84 milioni i€ e l‘EBITDA il 33,2% del fatturato con una leggera contrazione rispetto al 2022 in entrambi gli indicatori. Le bottiglie vendute complessivamente in 90 mercati nel modo sono state 27.3 milioni con una contrazione di circa tre punti percentuali.
Resta molto alta la quota dell’export sul fatturato complessivo che supera il 74% in linea col dato dell’anno precedente ed ampiamente superiore alla quota registrata appena tre esercizi fa: nel 2020 infatti si era attestata al 65%, nove punti in meno rispetto ad oggi.
Santa Margherita, leader nei vini bianchi venduti negli USA
Ma è il mercato nordamericano che vede Santa Margherita confermarsi protagonista: davanti a cali marcati negli USA (meno 11%) e in Canada (meno 15.2%), il Gruppo registra performance migliori della media: negli Stati Uniti sono stati venduti vini per oltre 131 milioni€ (una contrazione di poco superiore ai 3 punti percentuali) mentre in Canada il venduto ha superato i 14,6 milioni€, un arretramento di poco più di sette punti percentuali a fronte della crescita del 30% registrata fra 2021 e 2022.
In Italia – che rappresenta il 28,4% del fatturato complessivo di Gruppo – buoni segnali arrivano dalla Distribuzione moderna (in crescita del 3,4%), dall’Horeca (più 5,9%) e dal normal trade (più 4,4%); dopo il boom del periodo Covid torna a livelli fisiologici l’e-commerce mentre segnali positivi arrivano dall’hospitality
Santa Margherita, investimenti per 25,5 milioni
«Santa Margherita Gruppo Vinicolo – sottolinea il vicepresidente Stefano Marzotto – ha superato brillantemente un esercizio complicato, contrassegnato da più fattori di complessità. Lo ha potuto fare grazie alle scelte lungimiranti del passato ed al più vasto programma pluriennale di investimenti realizzato da una cantina italiana. L’anno scorso, a conferma di ciò, i nostri investimenti sono stati pari a 25.5 milioni€ in linea con quanto avevamo ipotizzato a inizio esercizio.
Anche quest’anno intendiamo proseguire in questo percorso virtuoso ed abbiamo stanziato quasi 26 milioni per nuovi investimenti nell’area agricola e nelle tecnologie di cantina. Sono però orgoglioso soprattutto di un altro dato: il Gruppo vede crescere ancora il suo organico, nel 2023 abbiamo raggiunto le 425 unità (erano 408 un anno fa) confermando la nostra attenzione alla sostenibilità sociale di Santa Margherita».
«I primi segnali del 2024 – rimarca Andrea Conzonato, CEO di Santa Margherita Gruppo Vinicolo – ci lasciano intravvedere il ritorno ad un segno positivo alla fine di questo esercizio e il Gruppo resta attento alle opportunità di crescita che potranno intervenire nell’anno. Oltre alla tenuta delle esportazioni, c’è da registrare anche i buoni segnali che sono arrivati nel 2023 e in questi primi mesi del 2024 dal mercato italiano.
Anche sul mercato nord-americano, dove opera la nostra controllata Santa Margherita USA con sede a Miami, siamo pronti ad intercettare ogni elemento di cambiamento in positivo grazie anche all’engagement delle nuove generazioni di winelover molto attente ai contenuti valoriali ed esperienziali del vino».