Nel pomeriggio di venerdì 3 maggio, tre neonati prematuri sono stati identificati come colonizzati da un batterio, scatenando una serie di azioni rapide e decisive presso l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’ospedale di Verona. Tuttavia, l’attenta sorveglianza e la risposta tempestiva hanno ridimensionato l’allerta, dimostrando l’efficacia del sistema di allerta attivo, incluso lo screening H24.
Il batterio in questione è stato identificato come Citrobacter koseri, e sebbene non sia ancora chiaro se sia lo stesso ceppo isolato quattro anni fa, le misure precauzionali sono state prontamente implementate. L’isolamento dei pazienti, la convocazione di gruppi dedicati e l’attivazione di protocolli specializzati hanno caratterizzato la risposta dell’ospedale di Verona.
Reazione rapida nella terapia intensiva nenoatale
La reazione rapida è stata fondamentale per garantire la sicurezza dei neonati prematuri, poiché questi pazienti hanno un sistema immunitario fragile e possono essere più suscettibili alle infezioni batteriche. Il dottor Luca Brizzi, direttore dell’Unità Operativa Complessa (UOC) Funzioni Igienico Sanitarie e Prevenzione dei Rischi, sottolinea l’importanza della gestione del rischio infettivo in un ambiente come la TIN, dove la salute dei pazienti è la massima priorità.
Il protocollo straordinario attivato immediatamente ha compreso una serie di misure mirate, tra cui sopralluoghi, controlli microbiologici, sanificazione ambientale aggiuntiva e la designazione di personale dedicato. La stretta collaborazione tra i reparti medici e le autorità ospedaliere ha garantito un’azione coordinata e efficace, mantenendo sempre al centro il benessere dei pazienti.
Nonostante l’attuale positività di uno dei neonati colonizzati, è confortante notare che i sintomi di infezione non sono stati riscontrati. Questo evidenzia l’importanza della sorveglianza continua e delle misure preventive adottate.
Va sottolineato anche il ruolo fondamentale dei test diagnostici avanzati, come la spettroscopia infrarossa trasformata di Fourier e la whole genome sequency (WGS), che consentono un’analisi dettagliata dei batteri e guidano le decisioni cliniche.
È importante notare che le misure attivate nella TIN non hanno impatto sui parti a termine o sul Pronto Soccorso Ostetrico Ginecologico, che rimane operativo per le emergenze urgenze in gravidanza. Tuttavia, l’attenzione rimane alta, e la vigilanza continua rimane essenziale per garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti.