Nell’ambito dello stato di agitazione che va avanti da ormai un mese, stamattina hanno incrociato le braccia i lavoratori della Gap, azienda titolare dell’appalto della logistica e movimentazione scorie all’interno del complesso siderurgico Acciaierie di Verona in Lungadige Galtarossa.
SALARIO. “Tolti gli adeguamenti salariali previsti dalla contrattazione nazionale – spiega il Segretario generale Fiom Cgil Verona Martino Braccioforte – dal 2017, anno di inizio dell’appalto, questi lavoratori non hanno mai visto il becco di un quattrino proveniente dalla contrattazione aziendale di secondo livello, dal momento che l’azienda semplicemente si rifiuta di affrontare la questione malgrado il fatturato e gli utili siano in ascesa. Noi crediamo che dopo 7 anni sia giunto il momento di dare il giusto riconoscimento economico a questi lavoratori, consentendo il recupero almeno parziale del potere di acquisto eroso dall’inflazione, e che il sistema delle relazioni sindacali cominci a marciare su entrambe le gambe: contratto nazionale e integrativo aziendale”.
SICUREZZA. L’atteggiamento aziendale improntato alla chiusura intacca anche l’aspetto della formazione rivolta a garantire sicurezza e salute sul posto di lavoro. “Il tema viene trattato alla stregua di un pratica burocratica – aggiunge Braccioforte – arrivando fino alla pretesa di assolvere l’obbligo formativo attraverso una semplice assemblea. Questo non è ammissibile soprattutto a fronte di mansione delicate che vedono i lavoratori impiegati nella movimentazione di materiali (bobine, vercelle) e dei residui della lavorazione dell’acciaio”.
Su questo il Segretario Fiom traccia una linea di demarcazione netta: “Abbiamo invitato i lavoratori a non firmare i moduli di ‘avvenuta formazione e addestramento’ che vengono proposti in queste assemblee fintanto non verranno dimostrati e condivisi con le Rls e le organizzazione sindacali i contenuti formativi. Inoltre, a seguito di segnalazioni per le quali non abbiamo ricevuto risposte da parte dell’azienda, siamo stati costretti a richiedere l’intervento dello Spisal che a dicembre ha effettuato un sopralluogo e a gennaio ha inviato all’azienda un elenco di prescrizioni riguardanti l’informazione, la formazione, la gestione della viabilità interna allo stabilimento e degli apparecchi di sollevamento”.
“Il diritto ad un lavoro sicuro ed equamente retribuito è per noi un principio irrinunciabile. La mobilitazione proseguirà fintanto che non avremo risposte esaustive da parte dell’azienda” conclude Braccioforte.