Le bollette restano care anche se i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono tornati ai livelli del mese di giugno di 2021, ma le bollette nel 2023 sono aumentate di 153 euro (+24,2%) per la luce e 175 euro (+28,1%) per il gas.
Lo rileva la Cgia di Mestre che pone la domanda: come mai, nonostante le materie prime costino meno e i governi abbiano erogato quasi 100 miliardi per contrastare il caro energia?
Per il semplice fatto che le aziende che producono e distribuiscono l’energia non hanno ridotto i prezzi in proporzione. A pagare il conto sono stati solo, o quasi, i consumatori, famiglie e imprese. Al contrario gli extraprofitti realizzati dalle aziende energetiche sono stati enormi.
E non c’è stato nemmeno il corrispettivo in entrate per l’erario, che nel 2023 ha incassato solo 2,8 miliardi di euro rispetto ai 10 miliardi che il governo Draghi aveva ipotizzato.
Ancora una volta, come successo anche con le banche, pare impossibile riuscire a tassare gli extra-profitti delle big company.
Gli aumenti delle bollette della luce sono stati più contenuti per il mercato tutelato, un terzo del totale ( +34%) ma per i clienti del mercato libero sono arrivati addirittura del 136,3%. Per il gas, invece i prezzi sono diminuiti del 31% per il mercato tutelato, mentre per il mercato libero c’è stato ancora un aumento del 6,7%.
Bollette doppie per le partite Iva
Tanto per cambiare l’area del Paese che ha subito i rincari più elevati è il Nordest, dove l’aumento è stato di 457 euro (+33,6%). E ad essere i più colpiti sono le partite Iva – commercianti, artigiani, professionisti- perché le bollette le hanno pagate due volte. La prima come utenti domestici e la seconda come micro imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie sedi di lavoro.