(di Simone Alessandro Cassago) Per la Borsa, il mese di aprile, è un mese importante per le società per azioni quotate; vengono convocate le assemblee degli azionisti, per valutare la gestione dell’esercizio appena trascorre, approvare il bilancio, confermare o meno il top management, e darsi degli obiettivi per l’anno in corso.
Molto importanti, con un risiko che si muove (seppur ancora lentamente), le assemblee delle banche, in particolar modo di quattro attori molto importanti del nostro sistema ovvero UNICREDIT – INTESA SAN PAOLO- BANCO BMP E BPER, anche alla luce dei paventati tagli dei tassi interesse a giugno (questa è la data che circola per la maggiore e pare data per scontata).
Borsa, Unicredit: dopo i successi 2023, futuro indefinito
Lo scorso 12 aprile, si è svolta l’assemblea degli azionisti di UniCredit, la quale ha dato via libera al bilancio 2023, con una approvazione arrivata al 99,37% del capitale presente. I soci hanno , poi, dato l’ok a tutti gli altri punti del giorno : dividendo (99,36%), operazione di “buy back” (96,7%), politica di remunerazione (87,96%) e compensi corrisposti (88,05%); riconfermati con il 91,49 dei voti, il CEO Andrea Orcel, ed il presidente Pier Carlo Padoan.
Ma entriamo nello specifico analizzando tutti i dati finanziari salienti, riguardo al 2023, dell’istituto di Piazza Gae Aulenti; Unicredit ha terminato l’esercizio 2023 con ricavi pari a 23,84 mld di euro, in aumento del 17,3% rispetto al 2022, grazie anche al forte miglioramento del margine di interesse, trainato dai più alti tassi di interesse sui finanziamenti alla clientela. In calo dello 0,6% le commissioni, per effetto della riduzione delle commissioni sui conti correnti in Italia, iniziata nell’aprile 2023, e per effetto di maggiori costi sulle cartolarizzazioni.
L’utile netto è balzato a 8,61 miliardi di euro, rispetto ai 5,6 miliardi del 2022, ed in forte miglioramento anche il risultato netto di gestione, il quale è aumentato da 8,89 a 13,82 miliardi di euri, mentre il rapporto costi/ricavi si è ridotto al 39,7%, dal 47% del 2022.
Tutto questo ha permesso all’istituto di stabilire un dividendo 2024 di1,8029 euro per azione, una cifra importante, tanto che il titolo ha reagito molto bene a piazza Affari negli ultimi mesi (vedi il grafico suindicato, riportante l’andamento del titolo negli ultimi 5 anni).
La “cura” Orcel, pare funzionare, tanto che UniCredit, sembra essere ritornata ai fasti di oltre 10 anni fa; nessun commento sulla retribuzione do Orcel che per quest’anno riceverà un compenso di ben 9,75 milioni di euro, avendo rispettato tuti gli obbiettivi che il CDA gli aveva demandato
Alla domanda su come sarà il 2024, Orcel risponde in linea con il 2023, aprendo a possibili operazioni di fusioni e acquisizioni, anche se un vero dossier in merito, pare con sia ancora stato preparato.
Borsa, Intesa Sanpaolo: superato il piano industriale
Il prossimo 24 aprile, si terrà l’assemblea degli azionisti di Intesa San Paolo per l’approvazione dei risultati d’esercizio 2023. Con 7,7 miliardi di risultato netto di gestione, i dati finanziari 2023 di Intesa San Paolo, sono i migliori di sempre, e consentono di remunerare agli azionisti dividendi cash per 5,4 miliardi di euro. Il dividend yield (ovvero il tasso di rendimento azionario), e pari la 12%, il più alto in Europa e l’utile per azione è quasi raddoppiato rispetto al 2022.
Il risultato netto sia per il 2024 che per il 2025 è atteso superare gli 8 miliardi, secondo fonti interne di Ca’ de Sass, consensus confermato anche dagli analisti di settore; dall’eccellente performance del 2023 ne derivano benefici per tutti gli stakeholders:
– azionisti; 5,4 miliardi di euro in dividendi cash, di cuci il 40% circa vanno alle famiglie italiane ed alle Fondazioni; dipendenti: forte crescita del salario accessorio, sia in termini di premio aziendale 2024 (da negoziare con i sindacati), sia in termini di bonus e maggiori benefits; famiglie e imprese : 60,4 euro le rogazioni di credito a medio – lungo termine, di cui 40,3 miliardi in Italia
I risultati 2023 superano ampiamente il piano industriale 2022 -25, grazie anche a proventi operativi netti in costante crescita, così come per quanto concerne il Risultato della gestione operativa ed il risultato corrente lordo. Il rapporto costi/ricavi è il più basso di sempre (45,1&), e vi sono stati aumenti di 102 miliardi di euro nelle attività finanziarie alla clientela, raggiungendo un totale di 1300 miliardi di investimento; vanno anche citati i flussi dei crediti deteriorati ai minimi storici, e un patrimonializzazione elevata, con un fully common equity ratio (indice di solidità patrimoniale) peri al 13,7%.
Anche in questo caso, osservando il grafico dell’andamento del titolo in borsa, notiamo, proprio a partire dal 2023, una importante presa di valore, con conseguente aumento delle relativa capitalizzazione.
Borsa, Banco BPM vuole rafforzare il titolo
Il prossimo 18 Aprile, si riunirà a Milano l’assemblea degli azionisti di Banco BPM, per le relative approvazioni dei dati consolidati al 31/12/2023.
L’istituto guidato dal CEO Giuseppe Castagna, ha terminato il 2023 con un utile netto di 1,26 miliardi di euro, in aumento dell’84,6 % rispetto ai 685,05 milioni di euro dell’esercizio 2022, cosa che ha permesso all’istituto di stabilire l’erogazione di un dividendo cash di auro 0,56 per azione; il risultato della gestione operativa è cresciuto del 29,2 % a 2,77 miliardi di euro
I proventi operativi sono aumentati del 14,3 % a 5,43 miliardi di euro, mentre il margine di interesse è salito è salito a 3,29 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2002, grazie anche al conseguente rialzo dei tassi di interesse.
In calo le esposizioni nette deteriorate (sofferenze, inadempienze, ed esposizioni scadute o sconfinate di difficile recupero), mentre a settembre 2023 l’esposizione dl Banco BPM nei titoli di debiti sovrani, ammontavano a 30,96 miliardi di euro, di cui 12,01 miliardi riferiti a titoli di stato italiani. L’indice di patrimonializzazione si attesta al 14,2 %, rispetto al 12,8% dell’anno scorso.
Per il 2024 il management della banca ha manifestato il mantenimento di trend positivi, sia a livello di margine di interesse, che di commissioni (le quali, dopo la volatilità del 2023 riprenderanno un percorso di crescita grazie al collocamento di nuovi prodotti di investimento), mentre l’andamento del oneri operativi, sconterà le spinte dell’inflazione e del rinnovo del CCNL di settore, effetto che verrà riassorbito dal nuovo piano di esodi incentivati, in fase di preparazione.
Si stima, infine, la tendenza al rialzo dell’utile netto per il 2024, con un utile per azione pari a 0,9 euro. Anche in questo casso, guardando l’andamento del titolo nel grafico di cui sopra, possiamo confermare che, il top management di Banco BPM sta eseguendo manovre mirate al rafforzamento del titolo.
Borsa, BPER Banca: scende il rapporto costi/ricavi
Il prossimo 19 aprile si riunirà l’assemblea degli azionisti di BPER banca; l’istituto ha evidenziato un generale miglioramento sia delle principali voci di conto economico, che della qualità del credito.
Il management della banca ha proposto la distribuzione di un dividendo pari a 0,3 euro per azione; nel dettaglio, l’istituto ha terminato lo scorso anno con utile netto di 1,52 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 1,45 miliardi registrati nel 2022.
In forte miglioramento il risultato della gestione operativa , il quale è cresciuto da 1,47 miliardi a 2,42 miliardi, mentre i proventi operativi netti sono aumentati del 29% a 5,49 miliardi di euro. In seguito al balzo del margine di interesse (+78,1% a 3,25 miliardi di euro).
Il rapporto costi/ricavi è sceso al 50,7%, rispetto al 64,1% dell’anno scorso, a fine 2023 i crediti netti vero la clientela erano pari a 88,2 miliardi, in calo del 3,2 % rispetto al 2022, calo dovuto al fatto che i prestiti a privati e famiglie, scontano il rallentamento della domanda legato all’aumento dei tassi di interesse, e la maggior percezione di incertezza dello scenario macroeconomico generale.
Per il 2024 il management di BPER ipotizza un leggero calo del margine di interesse , conseguentemente ad una riduzione del rapporto fra tassi passivi e tassi attivi, a fronte di una politica monetaria meno restrittiva; le commissioni nette sono previste in aumento grazie allo sviluppo di ricavi da gestione, ed intermediazione del risparmio e consulenza.
Anche per BPER, osservando il grafico dell’andamento titolo a 5anni, la percezione è più che positiva.
Borsa, titoli bancari alla prova del calo dei tassi d’interesse
L’aumento dei tassi di interesse di questi ultimi due anni, ha giovato molto ai conti delle principali banche italiane, ma con un imminente taglio ora dei tassi a breve scadenza come quella di giugno (stimato ora in un quarto di punto percentuale) cosa accadrà ai bilanci e alla salute finanziaria dei nostri istituti di credito?
La BCE ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse nel 2022, come panacea per il contenimento dell’inflazione; a grandi linee, l’idea è che più denaro c’è in circolazione, più l’inflazione aumenta; alzando i tassi di interesse, meno persone e meno aziende chiedono prestiti, quindi i soldi circolano di meno e l’inflazione inizia a rallentare.
Tutto questo va bene come teoria di politica monetaria classica, ma abbiamo visto che invece, grazie alla crescita del PIL post aperture covid, gli italiani hanno continuato a rivolgersi agli istituti di credito i quali, per fare fede alla loro ragione di esistere, ovvero prestare denaro assumendosene i rischi, hanno portato a casa ghiotti risultati sia nel 2022 che nel 2023, grazie ad attività “core” come il credito, e grazie anche ad altre attività core, come i margini di intermediazione su tutte le attività legate ai mercati finanziari (che in due anni sono arrivati al top delle quotazioni).
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