(di Gianni Schicchi) Ritorna a Verona, venerdì 12 aprile, alle 20 e sabato 13 aprile, alle 17, il famoso violinista tedesco Frank Peter Zimmermann, da oltre trent’anni fra i massimi virtuosi al mondo, per il suo debutto al Filarmonico con l’Orchestra della Fondazione Arena. L’occasione coincide con il secondo appuntamento della “primavera a tutto Brahms”, dedicata all’integrale di sinfonie e concerti del compositore tedesco.
Sarà la volta di una pietra miliare del repertorio, il grandioso Concerto per violino e orchestra in re maggiore op.77, abbinato alla Seconda sinfoniain re maggiore op. 73. Sul podio, anch’egli per la prima volta con i complessi areniani, il direttore svizzero Christoph-Mathias Mueller.
Brahms, amburghese di nascita e viennese d’adozione, fu pianista virtuoso e amico dei più grandi musicisti dell’epoca, come il violinista Joachim, dedicatario e primo esecutore delConcerto in programma, unico poi nella letteratura brahmsiana. L’op, 77 è stata sempre letta come “il sigillo apposto all’antica amicizia con Joachim”: un’amicizia, che pur turbata da qualche screzio, durerà per tutta la vita. Brahms era talvolta poco sicuro nella tecnica di scrittura del violino – strumento amato, ma non così familiare come il pianoforte – per cui fece costante riferimento a questo amico consigliere.
Nonostante le consulenze tecniche e l’appoggio di Joachim, nei primi anni di vita, il Concerto fu giudicato ineseguibile per le dure esigenze imposte alla mano sinistra dalle doppie corde e dagli ampi intervalli che ne fecero un tempo un emblema di “antiviolinismo”. Solamente nel Novecento l’op. 77 si è imposta come una delle opere più popolari di Brahms e del repertorio violinistico, a pari livello dei Concerti di Beethoven, Mendelssohn, Ciajkowskij.
La Seconda Sinfonia fu rifinita da Brahms nell’autunno del 1878, a Lichtental, una località del Baden Baden dove vi ritornava spesso, non fosse altro che per salutare un’altra amica e consigliera preziosa come Clara Schumann. Il musicista avrà maggior successo con questa sinfonia che con la Prima, per la rapidità nella stesura e per la spontaneità nell’ispirazione. Fu soprannominata con diversi aggettivi, “viennese”, “mozartiana” e quindi “pastorale” per la sua luminosa trasparenza, gaiezza e amabilità. Una sinfonia che conferma, accanto alla vocazione, l’equilibrio classico e la natura distaccata dell’autore.
Franck Peter Zimmermann ha imparato l’uso dello strumento dalla madre, quando aveva appena 5 anni e ha debuttato in un concerto a 10. Nel 1976 ha vinto il Concorso Jugend musiziert e nello stesso anno è diventato allievo di Valery Gradov alla Folkwangschule di Essen. Il suo debutto ufficiale risale al 1981 con i Berliner Philarmoniker nel Concerto K 216 di Mozart. Ha quindi proseguito negli studi fino al 1985 con Saschko Gawriloff ed Herman Krebbers. Nel 1990 ha vinto il Premio Internazionale dell’Accademia Chigiana di Siena. Dal 1998 suona abitualmente col pianista Enrico Pace. Nel 2007 ha fondato un trio d’archi che porta il suo nome, di cui fanno parte il violista Antoine Tarnestit e il violoncellista Christian Poltéra.
Christof-Mathias Mueller è direttore generale della Gottinger Symphonie Orchester dal 2005, ma ha sostenuto incarichi identici con l’Orchestra di Radio Norvegese, della Royal di Liverpool, della Filarmonica di Buffalo e del Teatro Bolshoi a Mosca. Ha diretto orchestre in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Russia, Giappone e Corea.