A sei giorni dalla scadenza dell’offerta Clivense per il marchio del Chievo Verona, la società guidata da Sergio Pellissier chiede agli 800 soci di prepararsi ad un’eventuale asta e di mettere mano al portafoglio (in conto futuro aumento di capitale).

L’obiettivo primario, infatti, resta quello di acquisire il marchio della squadra della Diga che è stato la seconda pelle del giocatore-presidente: «Il marchio dev’essere  nostro, a qualsiasi costo, non può essere di nessun altro: non di chi ha fatto fallire la vecchia società;  non di chi vuole prenderlo per poi cancellarlo; non di chi continua a diffondere fake news sulla nostra società, la prima e unica ad essere una public company; non di chi immagina una speculazione immobiliare al Bottagisio.

Il Chievo appartiene a noi, a noi che l’abbiamo amato, a noi che ci siamo battuti per lui».

Sergio Pellissier ed Enzo Zanin hanno chiamato a raccolta ieri sera i soci della Clivense: in tutt’Italia sono diverse centinaia e ieri – al Parco Ottocento del Chievo – ce n’erano diversi ed altri erano collegati alla diretta streaming. Duplice l’obiettivo: illustrare i risultati raggiunti e aggiornare tutti sull’ultimo miglio per il marchio Chievo Verona dopo che il commissario giudiziale ha accolto a inizio aprile l’offerta della Clivense ritendendola congrua – 100mila € contro i 585mila inizialmente richiesti – e dando tempo un mese ad eventuali pretendenti di farsi avanti.

Col marchio in ballo c’è anche il futuro del Bottagisio che la Clivense ha nei suoi sogni nel cassetto (ce li ha anche l’Hellas Verona a quanto sembra) per iniziare a costruire su qualcosa di proprietà e non venendo sempre ospitati a casa d’altri: ֿ«Abbiamo un settore giovanile che cresce e vogliamo sviluppare sempre di più – spiega Pellissier -: quest’anno ha fatto bene, con bravi tecnici e con giocatori che stanno rapidamente maturando e che sono la linfa della nostra prima squadra».

Enzo Zanin (a destra nella foto qui sopra col mister Allegretti e Pellissier) conferma il buon momento – la prima squadra chiude settima il suo primo campionato in serie D dopo una partenza burrascosa – e i target fissati all’avvio della newco: entrare nelle prime 40 società calcistiche italiane, puntare alle serie maggiori, allo stadio/centro sportivo di proprietà, mantenere un modello di società aperta, inclusiva, attenta ai valori etici dello sport ma altrettanto attenta a quelli sportivi. «Abbiamo giocato, amiamo lo sport e la competizione – spiega Zanin – non ci piace perdere».

Gli abbonati sono saliti del 60%, gli sponsor del 30% – in totale oggi sono ventuno -; è cresciuto lo sbigliettamento al campo di San Martino con una media di 5mila presenze allo stadio. La Clivense resta molto attenta alla sua componente digitale: a breve debutterà la nuova App per tenere collegati azionisti, sponsor e tifosi; il sito del club è stato rifatto dopo aver raggiunto 758mila visite negli ultimi dodici mesi e 137mila visitatori unici: numeri sconosciuti alle  altre squadre della categoria. 20mila i follower su Instagram e oltre 3mila quelli su YouTube dove ogni domenica viene trasmessa in diretta la partita con circa 500 spettatori di media.

E la prima annata in D? Pellissier non si scompone: «Speravo che la stagione andasse decisamente meglio, anzi, è stata una brutta annata perché il nostro obiettivo era quello di vincere il campionato. Ma sono contento di come l’abbiamo finita: un girone di ritorno con squadra rivoluzionata, tanti giovani portati su dalle giovanili, e non era proprio facile resettare e darsi un nuovo traguardo. Chiudiamo settimi, con la consapevolezza dell’esperienza fatta».