Se Cesare Marchi fosse ancora vivo compirebbe oggi cento anni. Era nato a Villafranca il 22 agosto del 1922 ed è morto ormai da trent’anni anche se il suo ricordo come uno dei villafranchesi più illustri è ancora vivo, tanto che l’Amministrazione comunale ha organizzato un convegno per ricordarne la figura di scrittore, giornalista ed anche di personaggio televisivo italiano. L’evento si è tenuto lunedì 22 agosto all’Auditorium comunale alle 20,30 ed ha avuto come relatori il giornalista villafranchese Morello Pecchioli, il noto ristoratore veronese Antonio Gioco e Laura Busti, autrice di un libro sull’attività letteraria di Cesare Marchi, che abitò sempre a Villafranca, che lui chiamava la “Piccola Torino” e non se ne distaccò mai anche nel periodo del maggior successo. Collega ed amico di due fra i più grandi giornalisti italiani, Indro Montanelli ed Enzo Biagi, prurì sempre rimanere un ‘provinciale’ come amava definirsi, anche se entrambi lo rimproveravano e stimolavano a trasferirsi a Milano per far carriera. Laureato in lettere a Padova, dopo una breve parentesi di insegnamento, andò a lavorare a L’Arena e quindi a il Giornale di Montanelli. Il suo stile era umoristico e satirico, sulla linea del più vecchio e famoso collega Giovannino Guareschi.
Diventò famoso come saggista con il suo ‘Impariamo l’italiano’, con il quale criticava la degenerazione della lingua nel politichese e burocratese e ripercorreva le regola della nostra lingua in modo semplice e divulgativo al punto da essere ospite fisso al programma Unomattina, in cui teneva una rubrica giornaliera sulla lingua italiana. Collaborò a lungo con la Rai e fu una presenza costante nella trasmissione Almanacco del giorno dopo.