La Corte dei Conti ha presentato al Parlamento la relazione annuale sullo stato del Servizio Sanitario Nazionale da cui emerge che la spesa sanitaria italiana è inferiore a quella dei paesi europei più simili a noi per dimensione: Germania, Francia e Regno Unito.
Al contrario è più alta la spesa privata, derivante dal noto problema delle liste d’attesa. I dati sono riferiti al 2022. “La spesa diretta a carico delle famiglie è stata il 21,4% di quella totale, pari ad un valore pro capite di 624,7 euro, in crescita del 2,10% rispetto al 2019”. 

La Corte dei Conti fotografa la crisi del Servizio Sanitario

La spesa sanitaria pubblica corrente “è salita a 131,1 miliardi di euro nel 2022, dai 127,5 del 2021 e dai 122,7 del 2020 dopo essere stata nei sette anni precedenti assestata attorno a 110 miliardi”. Ma cresce meno che negli altri paesi europei.

La Corte dei Conti raffronta la Spesa sanitaria con Pil

L’incidenza della spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil è stata pari al 6,8%, superiore di un decimo di punto a quella del Portogallo (6,7%) e di 1,7 punti rispetto alla Grecia (5,1%), ma inferiore di ben 4,1 punti a quella tedesca (10,9%), di 3,5 punti a quella francese (10,3%), e inferiore di mezzo punto anche a quella spagnola (7,3%)

Sono aumentati gli investimenti del Ssn al Sud del 49,8% nell’ambito del  recupero del divario infrastrutturale, programmato con i fondi Pnrr e Pnc e del 40% delle risorse per gli Enti del Mezzogiorno. 

La spesa più alta pro capite si registra in Valle d’Aosta (1.198 euro) e Trentino-Alto Adige (1.115 euro). La più bassa nel Lazio (150 euro) ed in Sicilia (197 euro).

Nonostante tutto ci sono dei dati positivi.
Il tasso di mortalità prevenibile (91/100.000 abitanti) o trattabile (55/100.000 abitanti) risulta molto inferiore alla media Ocse, pari, rispettivamente, a 158 e 79 per 100.000 abitanti.
La mortalità a 30 giorni dopo un attacco ischemico è del 6,6% contro il 7,8% della media Ocse.
I ricoveri inappropriati per infarto acuto del miocardio sono 214/100.00 abitanti, contro i 463 nei paesi Ocse.

In Italia, soprattutto a Nord, c’è una maggior prevenzione rispetto alla media Ocse.
Dati negativi il “consumo, eccessivo, di antibiotici, e nel tasso di mortalità dovuto all’inquinamento atmosferico (40,8/100.000 abitanti, a fronte di una media Ocse di 28,9. E cresce la spesa farmaceutica complessiva. Tutte le Regioni, ad eccezione della Valle d’Aosta, hanno superato il tetto programmato (14,85% del Fsn).
Peggiorano gli stili di vita soprattutto al Sud, dove la situazione di multi-cronicità grave risulta in media 12 punti superiore al Nord.

La Corte dei Conti fotografa la crisi del Servizio Sanitario

Continua la mobilità sanitaria da Sud a Nord. Attraverso i meccanismi di compensazione la Lombardia ha incassato 5,6 miliardi, l’Emilia-Romagna  3,4, il Veneto per 1,3 e la Toscana per 1. 

Al contrario la Campania per le compensazioni della mobilità sanitaria ha speso 2,7 miliardi, la Calabria per 2,4, il Lazio per 2,2, la Sicilia per 1,9.

Il Ssn ha accumulato  debiti nei confronti dei fornitori per 17,47 miliardi con un aumento del  24,04%.