Elezioni europee 2024: gli Italiani mantengono un atteggiamento schizofrenico sulla politica continentale: da un lato si dividono su cosa dovrebbe o non dovrebbe fare Bruxelles; dall’altro si riuniscono nella generalizzata mancanza di conoscenza di cosa è davvero l’Unione Europea e come funziona. L’ultima rilevazione SWG di pochi giorni fa è al riguardo emblematica.

Che non sia facile capire il meccanismo che porta all’elezione della Commissione – ovvero dell’esecutivo europeo – è cosa nota, ma noi Italiani abbiamo difficoltà anche a sapere come si collocano in Europa i partiti italiani, a quali gruppi e coalizioni aderiscono.

Appaiono più informati sulle “letture” nazionali dei grandi fatti internazionali e di come i partiti nazionali si rapportano ai grandi temi, i loro candidati: chi ha un’idea precisa insomma non ha problemi a schierarsi. Interessante, fra i tanti, la risposta al quesito riguardante il peso che potranno avere le vicende giudiziarie che coinvolgono politici – tanto nel centrodestra che nel centrosinistra – : non è certo un tema che guida le preoccupazioni degli Italiani, evidentemente abbastanza assuefatti sia alle possibili malefatte sia all’azione della magistratura quando viene così tanto pubblicizzata, e appassiona di più gli elettori che sono vicini ai partiti di centrosinistra.

Elezioni europee 2024, le intenzioni di voto

Questa grafica è interessante perchè è in contraddizione apparente coi dati delle intenzioni di voto e registra nell’elettorato più giovane una posizione netta di contrarietà ad una prossima Commissione europea governata non più dal solito centrosinistra Popolari-PSE, ma – forse, dipenderà dagli elettori – una coalizione di centrodestra che unisca Popolari, Conservatori e “Identità e democrazia” in una fase storica che vede in Italia, Francia, Polonia, Germania, paesi baltici e orientali un vantaggio per questa area politica. Preoccupazione forse eccessiva considerando che la nuova Commissione dovrà lavorare con una burocrazia di pensiero politico opposto.

Infine le intenzioni di voto al 13 maggio per le prossime elezioni europee (8-9 giugno) e con una fascia di indecisi che sale di un punto percentuale rispetto alla settimana precedente: ben il 38% degli elettori ancora non si esprime. L’avvio della campagna elettorale, le candidature dei leader e di Vannacci, modificano il quadro delle intenzioni di voto di decimi di punto.

Non c’è un effetto dirompente – ma anche il PD di Renzi al 40% fu una sorpresa rimasta celata nei sondaggi precedenti – che stia spostando i voti. Superano la soglia di sbarramento solo 8 partiti e il centrodestra è avanti col 43,7% delle intenzioni di voto contro il 41,1 del campo larghissimo (PD più 5stelle più Verdi e Sinistra) e il 9% dei centristi di Renzi-Bonino-Calenda che, divisi in Patria, potrebbero a Bruxelles lavorare per una Commissione diversa a guida Mario Draghi.