Family doc e Pronto Soccorso privati sono la risposta alla mancanza dei medici. Il family doc è un medico privato che a prezzi contenuti ti visita, ti fa la ricetta, ti prescrive questo o quell’esame diagnostico. Ovviamente a pagamento. E che non sia giusto, è inutile che ce lo diciamo. Paghiamo già le tasse e quelle prestazioni che riceviamo a pagamento dovrebbero essere fornite gratis dal Servizio Sanitario Nazionale. Ma se ciò non è possibile perché non ci sono abbastanza medici di famiglia, allora è inevitabile che per non star male uno si arrangi e si rivolga, pur rimettendoci di tasca propria, ad un medico privato.
I sindacati medici si scandalizzano. Ma se la stessa cosa la fanno anche gli ospedali pubblici, che non avendo abbastanza personale utilizzano i medici cosiddetti ‘gettonisti’ per coprire i buchi dell’assistenza finanche nei Pronto Soccorso, perché non dovrebbero farla anche i cittadini?
In Veneto mancano 748 medici di famiglia, 35 pediatri di libera scelta, 635 nella Guardia Medica e 59 dell’emergenza. In tutto 1513 medici. Considerato che il massimale per ciascun medico è di 1.800 assistiti, gli utenti del Ssn che rimangono senza medico sono 1 milione e 400 mila su una popolazione totale di 5 milioni. Più di 1 abitante su 5!
Una cifra spaventosa che basta da sola a mettere in discussione tutto il sistema. Se poi ci aggiungiamo la mancanza del personale ospedaliero il quadro diventa drammatico. A meno che il governo non intervenga con un’iniezione di miliardi o, se non ci sono, con una riforma radicale. Ma pare che non faccia né l’una né l’altra.
E’ allora logico che i cittadini, come fanno per le liste d’attesa, si rivolgano al privato. E meno male che il privato c’è! Altrimenti saremmo costretti a soffrire, nel vero senso della parola, se non a morire, visto che è nozione acquisita dalla medicina che per la guarigione di qualsiasi malattia è fondamentale la tempestività della diagnosi e dell’intervento terapeutico.
Family doc conseguenza della mancanza di medici
Ecco allora che nascono i ‘family doc’ e i Pronto Soccorso privati. Ce ne sono già in Veneto e in giro per l’Italia. A Verona esiste già, al Cems, il centro medico specialistico di via Fava, in borgo Milano che ha un pronto intervento ortopedico, un trauma service che funziona molto bene. Ma sono in corso di realizzazione anche altre iniziative private che hanno lo scopo di andare a coprire i buchi lasciati dall’assenza dei medici di famiglia e nel contempo di accorciare i tempi d’attesa ai Pronto Soccorso, assorbendo una buona parte dei codici bianchi e verdi.
Si tratta infatti di due problemi strettamente connessi. La mancanza di medici di famiglia induce gli utenti del Ssn che rimangono scoperti a rivolgersi ai Pronto Soccorso anche per quei problemi che potrebbero essere risolti tranquillamente nell’ambulatorio del loro medico. Sono i codici bianchi e verdi, che in Veneto costituiscono il 70% degli accessi e sono la prima causa della congestione dei P.S.. Ecco allora che se fossero gestiti altrove il problema delle estenuanti attese davanti al Triage sarebbe risolto.
Bisogna sapere che i Pronto Soccorso privati puri, cioè non accreditati e non convenzionati, in ogni caso non potranno mai sostituire quelli pubblici, perché per affrontare le emergenze è necessario avere a disposizione tutta una serie di strutture e di tecnologie che non potranno mai avere. Tuttavia anche il solo fato di smaltire i codici bianchi e verdi sarebbe già un vantaggio per tutti.
Pronto Soccorso privato e family doc: due risposte ad un’emergenza che si aggrava sempre di più e che dimostrano che se il governo non realizza una riforma radicale della sanità cadremo inevitabilmente in un sistema nel quale chi ha i soldi si può curare e chi non li ha deve aspettare e magari morire. E questo è ingiusto e inaccettabile.