La gente sta ancora finendo di portare a casa il kit per il Porta a porta e già auspica che, differenziando di più, si pagherà meno per lo smaltimento della parte del secco, non riciclabile con conseguente diminuzione della Tarsu. Tesi che in consiglio comunale aveva sostenuto anche Luciano Zanolli: «Il passaggio al porta a porta dovrebbe portare in fretta a una raccolta differenziata oltre il 70% e se non sono cambiati i parametri rispetto a quando ce ne eravamo occupati noi, il risparmio dovrebbe aggirarsi attorno al 30%. Perché, dunque, non prevederlo nei prossimi anni nelle delibere che stabiliscono le tariffe? Inoltre non ci saranno da pagare i 240mila euro per l’avviamento del porta a porta e pertanto la Tarsu potrebbe essere diminuita. Inoltre è stata incrementata la tariffa degli asili nido, passata da 0,66 a 0,79 centesimi al metro quadrato e non è stata una buona scelta visto che da un lato sostenete con un contributo l’iniziativa dei pannolini riciclabili e dall’altro non supportate strutture preziose per le famiglie».
Dal sindaco Mario Faccioli la risposta, purtroppo negativa per la gente, che la Tarsu non diminuirà: «La tariffa ha tenuto conto dei costi aggiuntivi per iniziare il porta a porta. Ma i risparmi che otterremo dal minor conferimento del secco serviranno a coprire i maggiori costi del servizio che richiede più operatori e e nuovi furgoncini per la raccolta. I proventi della Tarsu sono impiegati esclusivamente nel settore dei rifiuti e non servono per far cassa. Questa è la previsione per cui per i prossimi tre anni, la Tarsu non sarà più ritoccata. Certamente saremo i primi ad abbassare le tariffe ma è molto difficile. Al limite si potrà risparmiare qualcosa ma a quel punto, invece di restituire pochi centesimi al persona si potrebbe potenziare l’attrezzatura necessaria, per esempio una spazzatrice. Quanto agli asili, producono molto rifiuto e per legge tutti devono pagare. Ciò non toglie che i contributi che versiamo tutti gli anni sono tra i più consistenti della provincia».