Dopo i tragici eventi che hanno scosso Firenze lo scorso 16 febbraio, la CISL ha preso una ferma posizione a livello nazionale per contrastare l’inarrestabile strage di vite nei luoghi di lavoro. Tuttavia, mentre la lotta si intensifica, il cuore del Veneto, Verona, continua a piangere le proprie vittime.

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Il 16 febbraio, a Fumane, un giovane è stato tragicamente schiacciato dal suo trattore, aggiungendosi alla lista delle vittime sul lavoro. E ieri, un altro grave incidente è avvenuto in un cantiere, segnando un’altra pagina nera nella storia della sicurezza sul lavoro nella nostra provincia.

I dati forniti dall’INAIL sul 2023 rivelano una situazione allarmante. Verona ha registrato 32 infortuni mortali, consolidandosi come la prima provincia del Veneto per morti sul lavoro per il quinto anno consecutivo. Questo dato è ancora più sconcertante se confrontato con i 20 incidenti mortali registrati a Venezia nello stesso periodo. È evidente che a Verona esiste un’anomalia irrisolta, che nel 2024 ha già causato una vittima.

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Ma non sono solo le morti sul lavoro a preoccupare. Anche le condizioni di salute dei lavoratori stanno peggiorando, con un aumento del 40% delle denunce di malattie professionali nell’ultimo anno. È urgente chiedere un intervento deciso agli organismi di vigilanza, affinché assumano una presenza più attiva e determinata in questa situazione fuori controllo.

CISL accoglie con favore le nuove assunzioni previste dal Governo, ma chiede anche obiettivi ispettivi più elevati e un rafforzamento degli organici esistenti e rivolge un appello al Prefetto affinché elabori un piano straordinario di intervento, coinvolgendo SPISAL, INL e le Polizie Locali in un’azione congiunta per affrontare ogni contesto di lavoro critico.

CISL Verona si sta mobilitando per chiedere un cambio di rotta. È fondamentale educare le generazioni future sulle conseguenze di comportamenti errati sul lavoro.

Per questo, intraprende azioni nelle scuole, come quella di questa mattina, per sensibilizzare i giovani sul tema, attraverso la rappresentazione teatrale “Senza un tocco di campane”. L’obiettivo è far riflettere i ragazzi e le ragazze su cosa significhi perdere un proprio familiare in modo ingiusto, sul lavoro. La battaglia contro la strage sul lavoro non può essere combattuta solo dalle istituzioni o dai sindacati, ma richiede l’impegno di tutta la comunità.

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