(di Simone Alessandro Cassago) Un quesito che gli italiani si stanno ponendo di recente, riguarda la proroga del ’ Superbonus 110%, e la domanda ricorrente è: conviene o no proseguire con il Superbonus? Ed a quali condizioni?
Cerchiamo di dare una risposta, ragionando per razionali sul rapporto costi/benefici della misura introdotta dal governo; per un anno in più di mantenimento di tale misura, vi sarebbero 10,3 milioni di famiglie ancora interessate ad un intervento finalizzato all’efficientamento energetico di un immobile di proprietà.
Secondo Nomisma sarebbe necessaria oggi una strategia per riqualificare il 98% degli edifici residenziali esclusi dalla misura, in quanto si può dimostrare che, grazie agli interventi di efficientamento energetico, vi è stata una riduzione del 50% delle emissioni di anidride carbonica, ed un risparmio in bolletta di circa il 35%. Questo significa che, se volessimo centrare il target UE sulle case cosiddette “green” (ovvero classe energetica minima D entro il 2033) e soddisfare gli impegni per emissioni zero al 2050, occorrerà mantenere il meccanismo della cessione dei crediti fiscali per un tempo più lungo.
Se da un lato il blocco risulta comprensibile alla luce del costo complessivo per lo Stato, pari a 71,8 miliardi di euro, per una valutazione degli impatti che deriverebbero dalla sua soppressione, è certamente utile una analisi complessiva dei ritorni prodotti, avente bene in mente una fotografia d’insieme sui criteri, coi quali è stato applicato.
Nella rilevazione resa disponibile a fine marzo dall’ENEA (l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile), il totale complessivo dei lavori avviati per l’efficientamento energetico nel nostro paese era pari a 118 mld di euro, gli investimenti ammessi a detrazione pari a 117 mld di euro, gli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione pari a 111mld di euro; andando a vedere i dati della nostra regione scopriamo che il totale degli investimenti è pari a 11mld di euro, quelli ammessi a detrazione pari a 10,9 mld di euro e quelli per lavori conclusi ammessi a detrazione pari 10,5 mld di euro.
Superbonus, ecco come ci guadagna lo Stato
Sempre secondo un recente studio di Nomisma, l’impatto economico complessivo del Superbonus 110%, sull’economia del nostro paese è stato pari a 195,2 mld di euro, con un conseguente impatto positivo sul PIL e sulla tenuta del mercato immobiliare; per valutare gli effetti finanziari del provvedimento va segnalato che, già nel 2021, una analisi prodotta dal Consiglio Nazionale Degli Ingegneri, evidenziava che il disavanzo per le casse dello Stato, sarebbe stato compensato dalla generazione di PIL, e che la misura sarebbe stata sostenibile per la finanza pubblica nell’arco di 4 o 5 anni, periodo in cui la domanda di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli edifici avrebbe attivato nel sistema economico tangibili effetti di crescita.
Da non trascurare l’impatto sociale, che ha visto un incremento di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 nel relativo indotto.
Inoltre, attraverso il Superbonus, vi è anche un efficientamento energetico sui bilanci delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 mld di euro, su tutti i cantieri già conclusi; in sostanza, per chi ha beneficiato di tale misura, il risparmio medio medio in bolletta (tenuto conto anche del periodo straordinari di aumenti dei costi energetici), è risultato pari a 964 euro all’anno.
Necessario puntare sui condomini mantenendo la cessione fiscale del credito
Preservare l’equilibrio del bilancio statale è una priorità, ma vale la pena trovare e salvare la parte buona di un meccanismo sano, seppur non sempre usato in modo corretto, particolarmente in Italia che presenta un contesto avente il 68% degli immobili residenziali con classificazione di efficienza energetica pari a D, se non anche inferiore, quindi molto bassa.
Per sostenere la domanda di famiglie eterogenee sotto un profilo reddituale e fiscale, il meccanismo della cessione fiscale del credito con sconto in fattura sarà insostituibile, specialmente per interventi sui condomini, che rappresentano la quota più significativa, bisognosa di interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.
Concludendo, possiamo quindi confermare, sulla basa di quanto fin qui esposti che i costi (seppur importanti) per la macchina pubblica non sono poi insostenibili, visto che i benefici sono molti sia in termini fiscali, che di generazione di nuovo PIL, che di creazione di nuovi posti di lavoro, oltre a tenere a galla in acque tranquille il settore e le relative compravendite, visto che si comincia a parlare di possibile bolla immobiliare in Europa, con cui la Germania sta già facendo i conti, avendo registrato una caduta, negli ultimi nove mesi, del 50% delle transazioni immobiliari.