L’Europarlamento ha approvato lo scorso 13 marzo il cosiddetto Ai Act, l’impianto di norme europee sull’Intelligenza Artificiale. Un provvedimento auspicato, come emerge dalla nuova ricerca di Changes Unipol elaborata da Ipsos e mirata ad indagare il rapporto tra gli italiani e l’IA.
Il 43% degli intervistati veronesi ritiene che l’IA porterà miglioramenti nella qualità dell’informazione da parte dei media. Ne sono convinti più di chiunque altro in Italia, dove la media è del 35%. Verona è stata una delle nove città testate in tutt’Italia, l’unica del Nordest.
A fronte di questa fiducia, tuttavia, quando si parla di una soluzione efficace per prevenire possibili effetti negativi della nuova tecnologia, i veronesi si distinguono per auspicare più di tutti la responsabilizzazione delle piattaforme media nel monitorare e rimuovere la disinformazione (35%). In linea con quanto emerge a livello nazionale, inoltre, anche per gli scaligeri la migliore soluzione in assoluto contro l’eventuale disinformazione è l’implementazione di regolamenti e leggi severi sull’uso dell’IA (40%).
Intelligenza artificiale e disinformazione
La sicurezza, con – ad esempio – la diffusione di false minacce o falsi allarmi – è l’ambito che preoccupa di più i veronesi quando si parla di possibile disinformazione generata dall’IA; è infatti indicata dal 52% dei rispondenti: un primato assoluto in Italia, dove la media è del 34%.
L’eventuale disinformazione conseguente all’uso della tecnologia desta apprensione anche nella sfera dei diritti umani (e.g. diffusione false informazioni che incitino all’odio o alla discriminazione) per il 28% degli scaligeri (percentuale che vale il secondo posto in Italia, contro una media nazionale del 23%).
L’IA genera poi sospetto per la possibile disinformazione nelle aree dell’economia (27%) e della politica (27%).
Intelligenza artificiale, dove sono ottimisti i Veronesi
A Verona si registra la maggior percentuale nazionale di cittadini che ritengono l’IA abbia contemporaneamente aspetti negativi e positivi (56% vs 46% nazionale).
Per di più, le persone che si dichiarano diffidenti e preoccupate per le possibili implicazioni sono il 18%; mentre coloro che sono curiosi e attratti dall’IA valgono solo per il 6%. La forbice tra i due gruppi è quindi di 12 punti percentuali: si tratta della più ampia in Italia, dove la media è di una distanza di 2 punti percentuali.
Se si parla di fiducia generale, però, quasi 6 veronesi su 10 (59%) dichiarano di averne verso l’Intelligenza Artificiale.
Non a caso, i veronesi si attestano in cima alla classifica nazionale di chi crede che l’Intelligenza Artificiale sia destinata a migliorare diversi aspetti: la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (61%), il divertimento (53%), la sicurezza digitale (44%), nonché la già citata qualità dell’informazione da parte dei media (43%).
Verona, dall’AI opportunità per giovani e disabili
Verona si rivela la città più ottimista d’Italia nella creazione di opportunità lavorative da parte dell’IA per le donne (38%, laddove la media italiana si ferma al 20%). Ed è ancora più ottimista, guadagnando un altro primato, quando si parla di donne con figli: l’IA, infatti, creerà opportunità lavorative per questa categoria secondo il 40% dei veronesi (vs 16% nazionale).
Gli scaligeri prevedono opportunità anche per i giovani (48%) e per i disabili (40%). Nell’opinione dei rispondenti, invece, la prospettiva delle opportunità lavorative è molto più fosca per chi ha una bassa scolarizzazione (-54%) e per gli immigrati (-28%).
Nella città del nord-est, inoltre, si ritiene che i principali vantaggi lavorativi portati dall’IA saranno la riduzione del carico di lavoro (34%) e la flessibilità dell’orario e del luogo di lavoro (24%): i veronesi indicano entrambi come vantaggi, più di chiunque altro in Italia. Altri benefici apportati dall’IA al mondo del lavoro, nell’opinione degli scaligeri, sono: riduzione degli errori umani nei processi lavorativi (33%) e semplificazione delle attività lavorative per le mansioni più complesse (30%).
Di quali svantaggi per i lavoratori l’IA sarà all’origine? A Verona c’è un grande timore: più di chiunque altro in Italia, i rispondenti indicano la chiusura delle imprese più tradizionali/artigianali (40%, a fronte di una media italiana del 32%). Anche l’isolamento e l’alienazione dei lavoratori, come conseguenza dell’IA, genera particolare preoccupazione nei veronesi: è infatti indicato dal 33% dei partecipanti (superato solo dal 34% di Bologna).
Altri svantaggi additati dagli scaligeri sono: la perdita di posti di lavoro (41%) e le minori opportunità lavorative per i lavoratori con una bassa alfabetizzazione digitale (34%).